Un buon nome costruito con i risultati raggiunti: la UNINT è prima nel Lazio per tasso di occupazione dei laureati magistrali a un anno dalla laurea (81,7% a fronte di una media nazionale del 73,9% - fonte Almalaurea 2018); ha un rapporto studenti/docenti di 8 a 1; raggiunge un valore di oltre il doppio rispetto alla media degli atenei non telematici in Italia per percentuale di crediti formativi universitari (CFU) conseguiti all'estero dagli studenti regolari sul totale dei CFU conseguiti dagli studenti entro la durata normale dei corsi (48,2‰ a fronte di una media nazionale degli Atenei non telematici pari al 19,78‰ - fonte ANVUR 2018). Dati che basterebbero da soli a smentire certe insinuazioni.
L’articolo si riferisce a presunti “incarichi fantasma” nell’ambito di attività di ricerca “per diversi milioni di euro” svolte da UNINT per il Ministero della Salute. In realtà si tratta di 4 ricerche del valore medio di 330.000 euro (IVA esclusa) commissionate dal Ministero della Salute tra il 2013 e il 2018 e aventi ad oggetto le procedure pubbliche di acquisto dei dispositivi medici sanitari, in Italia e in Europa. Nello specifico, le ricerche hanno analizzato le differenze geografiche tra i costi di acquisto dei dispositivi medici e hanno fornito utili indicazioni su come migliorare l’efficienza delle procedure e conseguentemente ridurre i costi a carico dello Stato e delle Regioni. Tali ricerche sono state commissionate alla UNINT in virtù dell’esperienza maturata nell’alta formazione, campo in cui l’Ateneo ha formato oltre 4.800 professionisti nell’ambito della gestione dei servizi sanitari a partire dal 2009. In merito alle modalità di conduzione e di rendicontazione delle ricerche, i cui risultati sono stati validati da soggetti indipendenti, si precisa che nessun avviso da parte dell’Autorità Giudiziaria è stato notificato ai vertici dell’Ateneo. Naturalmente, ove si rendesse necessario, i responsabili delle ricerche sono pronti a fornire tutti gli elementi e i chiarimenti richiesti.
Nel titolo di richiamo in prima pagina della Cronaca di Roma si fa riferimento a “corsi fantasma”, generando nel lettore l’impressione che il nostro Ateneo abbia percepito fondi a fronte di attività formative inesistenti. Il riferimento, evidentemente, non ha nulla a che fare con le attività di ricerca oggetto del contenuto dell’articolo e fornisce un’informazione palesemente falsa: tutti coloro che partecipano alla vita dell’Ateneo sono testimoni della serietà e dell’impegno con cui quotidianamente vengono svolte le attività didattiche, frequentate, proprio grazie a questo impegno, da numeri sempre crescenti di studenti.
Gli indicatori di soddisfazione studentesca sono tali da renderci orgogliosi: secondo l’ultima rilevazione del consorzio Almalaurea (2018), l’88,8% dei laureati UNINT si sono detti soddisfatti o molto soddisfatti della loro esperienza presso l’Ateneo e l’88,1% ha espresso soddisfazione per il rapporto con i docenti.
In merito ai rapporti tra la Fondazione FORMIT (ente di ricerca con status consultivo presso le Nazioni Unite, che opera dal 1985 al servizio delle pubbliche amministrazioni italiane, della Commissione Europea e dell’ONU) e l’Ateneo e, più in generale, in merito alla legittimazione anche nei confronti del MIUR dell’attuale governance, si ribadisce che la Fondazione FORMIT contribuisce al governo della UNINT a seguito di un protocollo d’intesa stipulato con l’Istituto S. Pio V che non presenta alcun aspetto di illiceità, al contrario di quanto affermato nell’articolo. Inoltre, il Presidente dell’Istituto S. Pio V è per statuto componente di diritto del Consiglio di amministrazione della UNINT, alle cui riunioni partecipa regolarmente dando un contributo fattivo al governo dell’Ateneo. D’altro canto, è prassi diffusa e perfettamente legittima che il governo di atenei non statali sia esercitato da fondazioni i cui ruoli di vertice coincidono con quelli degli atenei stessi.
I principi e le modalità di gestione dell’Ateneo, nonché il ruolo della Fondazione FORMIT, sono espressamente disciplinati dallo Statuto, approvato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) con nota del 14 ottobre 2011 e successivamente pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dello Stato n. 255 del 2 novembre 2011 e mai alcun rilievo è stato mosso in merito. Lo Statuto vigente è liberamente consultabile sul sito di Ateneo.
Contrariamente a quanto affermato nell’articolo, l’Ateneo non ha mai trasferito fondi ricevuti dal MIUR alla Fondazione FORMIT. Al pari degli altri Atenei non statali, la UNINT riceve dal MIUR un contributo economico a supporto del funzionamento delle proprie attività (il cosiddetto Contributo Statale – Quota Base art. 2, lettera a), che per il 2018 è stato pari a 320.608 euro. Si tratta di uno dei contributi più bassi erogati dal MIUR ad un Ateneo non statale, le cui entrate di bilancio sono determinate per l’80% dalle rette degli studenti.
La conformità a principi di trasparenza e buona gestione è testimoniata, tra le altre cose, anche dalla revisione volontaria dei bilanci effettuata annualmente da organismi indipendenti e accreditati. Inoltre, UNINT è una delle pochissime università in Italia ad aprire le sedute del Consiglio di Amministrazione a tutti i professori e ricercatori di ruolo, oltre che alla rappresentanza degli studenti. Le prossime le apriremo anche ai giornalisti se avranno la pazienza di partecipare.
Respingiamo nella maniera più ferma e decisa le insinuazioni riguardo a un presunto caso di favoritismo contenute nell’articolo. Studenti e docenti sono testimoni quotidiani del rigore, dell’imparzialità e della serietà con cui vengono espletate tutte le procedure di valutazione dei risultati della didattica. Anche grazie a queste procedure la UNINT ha acquisito nel corso degli ultimi anni una crescente credibilità all’interno della comunità accademica e raggiunto risultati di eccellenza nei tassi di occupazione postlaurea.
Infine, a dimostrazione della modalità e della cura impiegata nella stesura dell’articolo, invitiamo a notare che, contrariamente a quanto indicato, l’edificio nella fotografia pubblicata non è la sede dell’Ateneo. Al riguardo, non può non essere sottolineata la profonda contraddizione tra un tono da giornalismo d’inchiesta che l’articolo sembra voler assumere, basandosi su illazioni e allusioni, e una foto errata, sintomo di una scarsa conoscenza dell’Ateneo.
In considerazione dei fatti esposti, ribadiamo che stiamo intraprendendo tutte le iniziative giudiziarie necessarie a tutela dell’onorabilità e del buon nome dell’Ateneo.
Firmato
Il Presidente del CdA Il Rettore
Il Vice Presidente del CdA I Presidi di Facoltà
Il Direttore Amministrativo